PROGETTI FINANZIATI
AGGIORNAMENTO SUL PROGETTO DI RICERCA
Febbraio 2024 – Raggiungimento di significativi risultati scientifici
Sta procedendo e avanzando con interessanti prospettive medico-scientifiche lo Studio di Ricerca "Nuove terapie a bersaglio molecolare nei sarcomi pediatrici e dell’adulto", condotto da IFO-IRE Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (“IRE”) e finanziato da ALE CON NOI.
A fronte degli ottimi risultati raggiunti da tale Progetto di Ricerca, si è concretizzato nel mese di febbraio 2023 un importante finanziamento di €50.000. Volendo dare assoluta continuità all’impegno che ALE CON NOI sta riservando alla Ricerca, negli ultimi giorni di febbraio 2024 è stato erogato un ulteriore contributo economico di €25.000. Questo nuovo finanziamento ha trovato anticipata applicazione in considerazione degli ultimi importanti aggiornamenti in relazione ad una terza fase dello Studio. Il 30 gennaio 2024 si è tenuto infatti presso l’IRE un incontro con i referenti del suddetto Progetto e la ricercatrice, dott.ssa Rossella Loria, che sta portando avanti lo Studio in prima persona, ha presentato quelli che sono stati i significativi risultati raggiunti nel corso dell’ultimo anno, con un importante progresso dal punto di vista scientifico.
Cosa si propone lo studio?
Tale Progetto di Ricerca, avviato presso l’IRE grazie ai finanziamenti di ALE CON NOI, è volto a identificare delle terapie innovative, più specifiche e, soprattutto, più efficaci per il trattamento degli osteosarcomi.
Nel dettaglio, lo scopo dello studio è quello di mettere a punto una nuova strategia terapeutica basata sull’immunoterapia con le cellule CAR-T, sicuramente una delle più innovative negli ultimi anni. Tale terapia consiste nel prelevare e successivamente modificare in laboratorio i linfociti del paziente stesso per “istruirli” a riconoscere alcune molecole, definite antigeni di superficie, presenti sulle cellule del tumore. Gli antigeni di superficie diventano così dei bersagli terapeutici. I linfociti, infatti, dopo essere stati ingegnerizzati, vengono re-infusi nel paziente e riconoscendo i bersagli sulle cellule tumorali sono in grado di causarne la morte. Questi antigeni, inoltre, in quanto specifici dell’osteosarcoma e assenti sui tessuti di osso sano, permettono di minimizzare gli effetti collaterali.
Com’è stato possibile identificare questi bersagli terapeutici? Un breve riepilogo delle “puntate” precedenti.
Durante la prima fase del Progetto, dopo aver ottenuto l’approvazione del Comitato Etico, sono state arruolate due coorti di pazienti per ottenere due gruppi di campioni: campioni di osteosarcoma provenienti dai tessuti della biobanca dell’IRE e campioni di osso normale prelevati da pazienti, previo consenso, sottoposti a intervento ortopedico. Partendo dal materiale genetico ottenuto da questi due gruppi di campioni, è stata svolta un’analisi bioinformatica per valutare le differenze nell’espressione genica tra il tessuto tumorale e il tessuto sano. Le prime analisi bioinformatiche avevano permesso di ottenere un elenco di antigeni tumorali identificabili come possibili nuovi putativi bersagli terapeutici da utilizzare per ingegnerizzare i linfociti T (CAR-T).
Quali sono le novità?
Di notevole interesse è che, grazie ad ulteriori analisi funzionali, è stata individuata come molto espressa negli osteosarcomi la classe dei recettori delle efrine, delle quali è noto il coinvolgimento in ambito scientifico anche in altri tumori dove hanno ruolo nei processi di angiogenesi e metastatizzazione. Queste molecole, essendo degli antigeni di superficie, sarebbero quindi dei bersagli ideali per le CAR-T. In aggiunta, per mezzo di un’altra analisi bioinformatica, è stato possibile evidenziare l’elevata espressione nei campioni tumorali di un altro antigene di superficie, FOLR1, un recettore per il folato molto espresso anche in altri tumori solidi.
Lo step successivo è stato quello di validare questi dati bioinformatici con altri esperimenti. È stata utilizzata innanzitutto la tecnica dell’Immunoistochimica che ha permesso di valutare, tramite anticorpi specifici, direttamente sui campioni dei pazienti la presenza degli antigeni che sono stati individuati come possibili bersagli terapeutici. I risultati hanno confermato l’elevata presenza dei recettori delle Efrine e di FOLR1 nel tumore e la loro assenza nel tessuto sano (Figura 1).
In figura sono illustrate alcune immagini rappresentative dell’Immunoistochimica effettuata in osteosarcoma (a sinistra) e osso normale (a destra). L’accesa colorazione marrone nel tumore mette in evidenza la presenza degli antigeni di superficie menzionati, assenti invece nel tessuto sano.
Inoltre, sono state utilizzate delle linee cellulari commerciali di osteosarcoma per valutare la presenza di queste molecole con la tecnica del Western Blot (Figura 2 e foto allegata). Le linee cellulari usate rappresentano dei modelli che permetteranno di studiare tramite diversi esperimenti il ruolo che questi potenziali bersagli terapeutici svolgono nell’insorgenza e nella progressione dell’osteosarcoma.
Parallelamente, è stata svolta un’ulteriore analisi bioinformatica che, partendo dall’elenco dei geni differenzialmente espressi dal tumore rispetto al tessuto sano, ha permesso di individuare dei farmaci che agiscono contro le “nostre” molecole bersaglio e che sono già utilizzati in altri contesti terapeutici. La possibilità di utilizzare dei farmaci già studiati in altri contesti e/o già approvati per il trattamento di altre patologie permetterebbe di accorciare tutte le fasi sperimentali che sono necessarie prima di arrivare al letto del paziente. Sono stati avviati degli esperimenti per valutare la risposta delle linee cellulari a questi farmaci che poi potrebbero essere eventualmente utilizzati in combinazione con le CAR-T per potenziarne l’efficacia.
Infine, grazie ad una collaborazione avviata con l’Università di Tor Vergata e l’Istituto di Chimica Fisica dell’Accademia Polacca delle Scienze, si dispone presso l’IRE di una stampante 3D che rappresenta uno strumento assolutamente nuovo e dalla portata estremamente avanguardista in ambito oncologico molecolare. Si sta attualmente mettendo a punto un protocollo per la “stampa” di strutture tridimensionali costruite con cellule di osteosarcoma e cellule che fanno parte del microambiente tumorale. Questo permetterà di mimare il più possibile l’architettura tumorale e le condizioni fisiologiche che si verificano nei pazienti. Questi modelli tridimensionali degli osteosarcomi, una volta caratterizzati, saranno cruciali per testare le terapie innovative che si stanno mettendo a punto.
In che direzione si sta andando?
Le prospettive future del Progetto di Ricerca possono essere riassunte in 3 principali direttrici:
- ampliare la casistica attuale, tramite la raccolta di altri campioni presso l’IRE o tramite eventuali collaborazioni con altri centri di ricerca;
- continuare la caratterizzazione degli antigeni individuati per mezzo di tecnologie differenti e studiare la loro distribuzione all’interno del tessuto tumorale;
- proseguire lo studio del meccanismo d’azione dei farmaci sulle linee di osteosarcoma.
In conclusione, tale Progetto ambisce a mettere a punto la nuova strategia terapeutica basata sull’utilizzo delle CAR-T, utilizzate sia come singolo agente terapeutico ma anche in combinazione con i farmaci che si stanno selezionando.
Non solo dati sperimentali…
Il contributo di ALE CON NOI non ha solo consentito l’ottenimento di questi importanti risultati sperimentali ma ha anche permesso il raggiungimento di altri importanti traguardi:
- la possibilità di scrivere dei progetti per accedere a finanziamenti di grande prestigio, come quelli previsti dal bando promosso dal Ministero della Salute sui fondi PNRR o dal bando dell’Osteosarcoma Institute in America;
- l’attivazione di una borsa di studio di Dottorato per assumere una nuova persona attualmente al lavoro al suddetto Progetto;
- la possibilità di divulgazione dei dati ottenuti grazie alla partecipazione a congressi nazionali e internazionali.